Conferenza: L’invasione di specie alloctone nel Lagonegrese

L’INVASIONE DI SPECIE ALLOCTONE NEL LAGONEGRESE:
Il caso dello Scoiattolo variabile: impatti e possibile gestione.

Conferenza tenuta dal dr. Gaetano Aloise il 23 aprile 2021
Il resoconto della conferenza è a cura del dr. Pompeo Limongi

Lo scoiattolo variabile (nome comune) o Callosciurus finlaysonii è arrivato in Basilicata verso la metà degli anni ’80, probabilmente in un parco privato, per abbellimento, e si sta estendendo un po’ in tutte le aree circostanti. Si tratta di uno scoiattolo di medie dimensioni il cui nome si riferisce proprio alla grande variabilità del colore della pelliccia che va dal grigio, al bianco, al nero, al rosso, al marrone e alle diverse sfumature.

Questi colori sono stati utilizzati anche per descrivere le 16 sottospecie attualmente riconosciute, ma il problema della tassonomia resta molto complesso e da definire perché sono ancora poco studiati dal punto di vista genetico e morfologico.

Si tratta di una specie strettamente arboricola forestale, che nei luoghi di origine frequenta foreste di pianura, boschi aperti e piantagioni di cocco. In Italia frequenta boschi e foreste sia di latifoglie che di conifere, ma è presente anche in parchi urbani e in aree cespugliate. Costruisce vistosi nidi sugli alberi, spesso sulla parte esterna della chioma. È una specie molto adattabile e la densità di popolazione è pressocché identica in ogni ambiente.

Sulla sua biologia si sa pochissimo, sia qui che nelle zone di origine.

Non si sa ad esempio quante volte si riproduce in un anno. Verosimilmente si riproduce durante tutto l’anno con nidiate di uno o due piccoli, ma non si sa ad esempio quanti parti ha una singola femmina in un anno.

È un roditore arboricolo diurno ed ha una dieta molto ampia. Si nutre di semi, germogli di alberi, frutti e bacche, e talvolta di insetti, uova e nidiacei di uccelli. Scorteccia gli alberi sia a scopo alimentare come molto probabilmente fa con il carrubo. In altri casi scorteccia per lambire la linfa che ne sgorga, e in altri casi ancora, per le essenze meno appetibili, scorteccia per utilizzare la fibra da utilizzare nella costruzione del nido.

Il luogo di origine è il sud-est asiatico (Myanmar, Thailandia, Laos Cambogia e Vietnam).

È stato introdotto a Singapore, in Giappone e in Italia, dove è considerato invasivo. In effetti rispetto ad altre specie di scoiattoli è stato introdotto in poche altre aree del pianeta.

In Italia sono presenti due popolazioni: ad Acqui Terme, in Piemonte, provincia di Alessandria, confinato probabilmente ancora in un parco urbano, e a Maratea, ma ormai possiamo dire nel Golfo di Policastro vista la larga diffusione nei comuni vicini.

Per capire la presenza di questi roditori bisogna cercare i segni che lascia, per esempio dove ci sono delle conifere si possono notare le pigne rosicchiate in modo caratteristico rispetto a quello che fanno altri roditori simili quali lo scoiattolo endemico, il ghiro; un po’ più difficile rispetto al ratto nero.

In inverno, è facile individuare i nidi sulle chiome spoglie degli alberi nei boschi di caducifoglie, e anche nei luoghi dove sono presenti sia lo scoiattolo variabile che lo scoiattolo endemico (scoiattolo meridionale), il nido dello scoiattolo variabile si nota perché in genere è posizionato nella parte esterna della chioma; il nido dello scoiattolo meridionale è invece molto più vicino al tronco. I nidi sono spesso ravvicinati.

All’inizio dell’insediamento in verità si nota molto poco e anche per lungo tempo e questo è avvenuto anche a Maratea dove, come già accennato, è stato introdotto in una villa privata circa a metà degli anni ’80 del secolo scorso, probabilmente 3 o 4 individui.

A riprova della di ciò può valere il fatto che la prima segnalazione da parte del Corpo Forestale dello Stato all’INFS, attuale ISPRA, fu fatta solo nel 2003 quando il problema era già molto evidente.

All’inizio si espanse soprattutto lungo la costa e nel 2004 era già segnalato a Sapri. Sembrava quindi trovare difficoltà a spostarsi nell’interno e verso sud a superare il Fiume Noce. Poi in effetti è stato segnalato anche nella Valle del Noce. Nonostante ci sia contezza che alcune coppie furono trasportate volontariamente nel comune di Trecchina, tra la villa comunale, nel centro abitato, e a Parrutta è probabile che la diffusione così consistente in questa area così come nel Basso Cilento addirittura, così co me nella vicina Calabria tra Tortora e Praia a Mare, sia avvenuta naturalmente.

Ma perché questi scoiattoli si stanno diffondendo così rapidamente pur partendo da pochi individui?

I motivi sono diversi:

  • Popolazioni vitali di roditori originano da un esiguo numero di individui, a differenza di molte altre specie;
  • hanno una elevata capacità di adattamento ad ambienti anche antropizzati;
  • hanno un ampio spettro alimentare;
  • hanno un rapido incremento demografico;
  • hanno una vita relativamente lunga;
  • hanno elevata capacità di dispersione.

Creano notevoli problemi:

  • danni economici;
  • danni ambientali: alterazioni dell’habitat;
  • competizione con specie autoctone;
  • problemi sanitari: vettori di parassiti e malattie, potenzialmente anche per l’uomo.

Danni economici

Rosicchiano praticamente tutto ciò che possono rosicchiare procurando gravi danni alle colture (scortecciamenti delle essenze arboree, consumo di frutti e semi) e ai manufatti (tubature in plastica, cavi elettrici, etc.)

Danni ambientali: alterazioni dell’habitat

Procura gravi danni alla vegetazione, con estesi scortecciamenti che ovviamente fanno seccare parte delle chiome. Infatti lo scortecciamento determina una minore resistenza degli alberi alle sollecitazioni meccaniche e all’attacco dei parassiti. Si possono così facilmente osservare un ampio spettro di specie danneggiate (sui carrubi, sui pini, sui lecci, etc.) senza alcuna netta preferenza, principalmente con ferite di grandi dimensioni. D’altra parte l’elevato consumo di semi può interferire sia con la naturale composizione delle varietà vegetali (alcune specie fanno fatica a riprodursi), ma anche sulle comunità animali che di quei semi si nutrono.

Competizione con specie autoctone

Al momento non si hanno dati concreti degli impatti che la specie ha sulla fauna. Come accennato è accertata la predazione su uova e nidiacei di uccelli che, in caso di alta densità di popolazione, può prevedersi importante. Non è nota d’altra parte nota la predazione o la competizione con altre specie di mammiferi arboricoli e non. In effetti non si hanno dati di competizione tra lo scoiattolo variabile e lo scoiattolo meridionale perché le due specie stanno venendo in contatto solo adesso.

Pur non potendo sapere esattamente cosa accadrà, vedendo studi fatti in altre parti di Italia e del mondo, si può ipotizzare un impatto negativo per la specie autoctona.

Un caso studio è quello effettuato in Veneto sull’impatto dello Scoiattolo di Pallas (specie aliena) sullo Scoiattolo rosso.

Si è infatti notato che in presenza dello Scoiattolo di Pallas:

  • lo scoiattolo comune è assente o presente con ridotta densità (<8 volte);
  • i singoli individui dello Scoiattolo comune hanno dimensioni corporee più ridotte, probabilmente per lo stress di competizione con la specie aliena;
  • lo Scoiattolo comune presenta un minore tasso di riproduzione (-10%) ed un minore tasso di sopravvivenza (-42%);
  • la densità per ettaro dello Scoiattolo rosso è pari allo 0.05 mentre per lo Scoiattolo di Pallas è 7.8, ovvero 160 volte di più.

Problemi sanitari: vettori di parassiti e malattie, potenzialmente anche per l’uomo.

Attualmente non ci sono dati certi su questo aspetto.

LA GESTIONE

A livello europeo ci sono già le regole per la gestione di questi fenomeni. Si tratta del regolamento UE n. 1143/2014 (recepito con DL 230 del 15/12/2017, entrato in vigore il 14/02/2018) sulle specie invasive.

Tale regolamento prevede

  • una lista una lista nera, aggiornabile, cioè una lista di specie esotiche per cui è obbligatorio intervenire per l’eliminazione e/o il contenimento. Lo scoiattolo variabile non è al momento inserito in questa lista nera;
  • il divieto di introduzione, commercio, conservazione e rilascio di queste specie;
  • l’obbligo di eradicazione delle specie localizzate;
  • l’obbligo di controllo per le specie ampiamente diffuse;
  • l’obbligo di notifica delle nuove introduzioni e la loro immediata eradicazione (entro 3 mesi).

 In Italia il controllo delle popolazioni di mammiferi e uccelli è demandato alle regioni, alle province autonome ed ai parchi nazionali. L’ISPRA deve comunque essere informato e deve rilasciare parere obbligatorio sulla congruità del piano di controllo, sulla possibilità di utilizzare tecniche alternative e sulla selettività delle tecniche (legge 157/92, art. 19).

Siccome il problema delle specie aliene è mondiale, il loro controllo è globalmente demandato a tecniche di cattura mediante gabbie-trappola (metodo da preferire) e di abbattimento diretto (previsto come strumento integrativo. È invece assolutamente vietato l’uso di rodenticidi o altri metodi non selettivi; la sterilizzazione chirurgica degli individui per popolazioni così numerose è ovviamente impraticabile così come l’utilizzo di metodi immunocontraccettivi. Improponibile è anche un intervento sugli habitat.

Nei paesi europei in cui sono stati effettuati interventi di eradicazione di Scoiattoli alieni, sono stati utilizzati i metodi di trappolamento in vivo o l’abbattimento.

I presupposti per un intervento diretto sulle popolazioni esistenti sono:

  • capacità operativa;
  • creazione/incremento delle figure professionali;
  • coordinamento degli enti territoriali;
  • referenti per ogni ente territoriale;
  • differenziazione dei metodi per incrementare l’efficacia di intervento.

Nel caso specifico andrebbe fatto uno studio importante sulla ecologia e la biologia della specie per capirne ad esempio il tasso riproduttivo, la territorialità, la capacità di dispersione.

Successivamente andrebbero messe appunto le tecniche più adeguate al controllo della popolazione.

Definire la reale ampiezza di distribuzione della specie.

Un progetto di questo genere necessita di tempi molto lunghi e importanti risorse finanziarie.

Il problema più grande è che l’areale di distribuzione riguarda tre regioni e tre parchi nazionali.

Mettere d’accordo tutte queste realtà non sarà facile.

Problema non secondario è la presenza delle associazioni animaliste che hanno portato in tribunale addirittura ISPRA.

Domande finali:

  1. Fino a che altitudine è stato rilevato lo scoiattolo variabile: fino a circa 1000 metri.
  2. È a conoscenza dell’attività di controllo svolta qualche anno fa sul territorio di Maratea: non ho alcun dato perché non è stata fatta alcuna pubblicazione.

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